Roma 21 Giugno 2012

Convegno: "L'Attività Nomofilattica delle Magistrature Superiori"

Roma 21 Giugno 2012

Palazzo Spada, Piazza di Capo di Ferro, 13 - Roma 

Ore 16.00

PRESENTAZIONE:

La funzione nomofilattica, in quanto valore giuridico fondamentale dell'ordinamento, è strumentale ad assicurare ai cittadini la omogeneità nell'applicazione e nell'interpretazione del diritto, con specifico riferimento al caso concreto, tale da divenire regola iuris.

Essa, in particolare, ha il compito di garantire l'unicità dell'Ordinamento giuridico, attraverso la sostanziale armonizzazione della giurisprudenza sulla base dell'autorevolezza, non autoritaria o antagonista, per il suo contenuto argomentativo in aderenza alle esigenze del momento storico: tema questo che apre in tal modo alle frontiere dell'interpretazione naturalistica dei fenomeni giuridici.

Nonostante tale ruolo preminente della nomofilachia, il nostro ordinamento resta tuttavia ispirato ad una struttura di civil law, con la conseguenza che il valore giuridico delle sentenze è ancorato a quello di risolvere le controversie e non a quello di fissare principi di diritto vincolanti, come avviene negli ordinamenti di common law grazie al criterio dello stare decisis: questi aspetti di diritto interno vengono però influenzati dal diritto sovranazionale e della giurisprudenza internazionale (Corte di Giustizia delle Comunità europee, Corte Internazionale di Giustizia dell'AJA, WTO con il Dispute Settlement Body).

Nel dibattito in corso sul maggior peso da dare alla funzione nomofilattica delle supreme Magistrature (civile, amministrativa e contabile) e sul valore giuridico del precedente in un sistema di civil law è intervenuta la Corte Costituzionale con la sentenza n. 30 del 27 gennaio 2011.

Questa decisione, ricostruito il quadro normativo generale vigente in cui si inquadra la funzione nomofilattica (art. 374 c.p.c. e in linea art. 99 c.p.a). e nell'estendere tale compito essenziale anche alle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, valorizza questa finalità naturale nella creazione del precedente, propria delle giurisdizioni di vertice, capace di orientare la giurisprudenza in modo tale da assicurare la certezza del diritto, la prevedibilità delle decisioni, l'uguaglianza di trattamento del cittadino nei casi consimili o a porsi quale criterio guida per i casi analoghi.

A questa tendenza del ruolo nomofilattico a farsi fonte del diritto anche in un contesto di civil law, hanno inteso dare risposte il pregevole volume in presentazione su "L'Attività nomofilattica del Consiglio di Stato" e il convegno programmato sulle rispettive problematiche, al fine di una ricomposizione dell'apparente frattura fra libertà interpretativa del giudice e aspirazioni del cittadini ad una coerente ed uniforme applicazione dei principi di uguaglianza e di legalità.

Ma, questi valori costituzionali possono pienamente concretizzarsi nella realtà se la legge venga interpretata in modo uniforme dai giudici che sono chiamati ad applicarla.

PROGRAMMA

Introduce: Giancarlo Coraggio - Presidente del Consiglio di Stato

Presiede: Pasquale de Lise - Presidente Emerito del Consiglio di Stato

Conclude: Stefano Toschei - magistrato amministrativo

RELATORI

- La giurisdizione tra sezioni unite e plenaria - Luigi Antonio Rovelli - Presidente di Sezione della Corte di Cassazione

- La nozione di attività nomofilattica - Gianpiero Paolo Cirillo - Presidente di Sezione del Consiglio di Stato

- Effettività delle norme giuridiche nell'interpretazione giurisprudenziale e tutela del cittadino - Maria Alessandra Sandulli - professore ordinario dell 'Università di Roma Tre

- Decisioni della plenaria e vincolo di conformazione - Alfredo Storto - magistrato amministrativo

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